
Tra gli aspetti più interessanti della cultura nipponica vi è sicuramente la scrittura. I caratteri giapponesi, nella loro varietà e complessità, sono davvero affascinanti per noi occidentali, anche solo nel loro impatto visivo. Oltre ai celebri kanji (gli ideogrammi), nella lingua giapponese figurano altri due sistemi grafici probabilmente meno noti ma altrettanto importanti: il sillabario hiragana ed il sillabario katakana.
Le origini del sillabario hiragana
Il sillabario hiragana è uno dei tre sistemi di scrittura della lingua giapponese. Essendo un sillabario, i caratteri in esso presenti non hanno valore semantico (non hanno un significato proprio, per intenderci), ma unicamente fonetico e rappresentano tutti un singolo suono. Dei tre sistemi di scrittura (Hiragana, Katakana e Kanji) che compongono la lingua giapponese, il sillabario hiragana è il primo che i bambini giapponesi studiano a scuola ed è sicuramente il primo sistema da approcciare per iniziare lo studio del giapponese anche per noi stranieri. Scopriamo qualcosa in più sulla struttura e la storia di questo stile di scrittura.
L’importazione dei caratteri cinesi in Giappone
Il periodo Heian è un florido periodo storico della storia giapponese, che va dal 748 al 1185. Periodo di massimo splendore dell’allora capitale Kyoto e delle grandi corti, è stato uno dei periodi culturalmente più ricchi del Giappone antico, durante il quale si sono sviluppate tra le più iconiche forme artistiche del sol levante, soprattutto in ambito letterario. Al fine di porre per iscritto la lingua giapponese, di cui non sembra esistere una versione scritta autoctona precedente, durante il VI secolo i caratteri cinesi cominciarono ad essere importati dal continente attraverso la dottrina ed i testi buddisti. I caratteri importati venivano utilizzati unicamente nel loro valore fonetico (in poche parole per il suono che rappresentavano), tralasciandone quindi il valore semantico (il significato che avevano nella lingua cinese).
La conoscenza dei caratteri cinesi era tuttavia prerogativa di persone di alto rango, unicamente uomini, ed utilizzata quasi esclusivamente nella stesura di documenti ufficiali. Alle donne, anche le nobili di corte, non era consentito lo studio di questi caratteri, ed anche alle poche a cui era data questa possibilità, era imposto di farlo con discrezione.
La “mano femminile”
Saranno proprio le donne della corte Heian, nella necessità di rendere fruibile il giapponese scritto al di fuori del contesto burocratico, a semplificare i complessi caratteri cinesi ed a creare i primi caratteri sillabici detti kana. Da questi, successivamente, si svilupperà l’odierno sillabario hiragana; la prima definizione di questi caratteri era infatti “onnade” 女手, che letteralmente significa “mano di donna”.
Non c’è da stupirsi, quindi, che molte delle opere letterarie più rappresentative della letteratura giapponese siano state scritte da autrici donne, come il famosissimo Genji Monogatari della scrittrice Murasaki Shikibu, che è tutt’ora annoverato come il primo vero e proprio romanzo della storia. Il tocco femminile, ha conferito ai caratteri Hiragana tratti curvilinei, armoniosi ed eleganti, che ne sono divenuti tratto distintivo.
Ma andiamo ora a vedere come si utilizza questo sillabario nel giapponese moderno.

I caratteri presenti nel sillabario hiragana
Il sillabario hiragana conta in tutto 104 caratteri. Questi sono divisi in tre gruppi: i suoni “puri“, i suoni “impuri” e i suoni “contratti“. Vediamoli nello specifico.
I suoni “puri”
I simboli di base del sillabario hiragana sono detti suoni “puri” o seion (清音), sono in tutto 46 caratteri e ognuno dei quali corrisponde ad una sillaba (ad eccezione di ん che è l’unico suono non “sillabico” e rappresenta la lettera n ).

I suoni “impuri” e “semi-puri”
Quando ai suoni “puri“, le cui consonanti sono tutte sorde, viene aggiunto il segno diacritico 〃 , si ottiene la controparte sonora della stessa consonante. Questi vengono detti suoni “impuri” o dakuon (濁音).
Analogamente, aggiungendo il simbolo ゜ai suoni “puri” che iniziano con la lettera h, quest’ ultima diverrà la lettera p e si otterranno, dunque, i cosiddetti suoni “semi-puri” o handakuon (半濁音).

I suoni “contratti” o “palatalizzati”
Infine, unendo un suono “puro“, “semi-puro” o “impuro” ad una versione piccola dei caratteri vocalici e delle sillabe や, ゆ e よ , si otterranno ancora nuovi suoni. Questi sono detti suoni “contratti” o “palatalizzati“, in giapponese yoon (拗音).

L’utilizzo del sillabario hiragana
Nella lingua giapponese, i caratteri del sillabario hiragana sono utilizzati in varie funzioni, proviamo a vederle insieme.
・Funzione di particella grammaticale: quando utilizzati come particelle, i caratteri hiragana rappresentano, in sostanza, i nostri complementi, congiunzioni e preposizioni.
弟の部屋 = La stanza di mio fratello
Come si può vedere in questo frase esempio, il carattere hiragana の ha valore di complemento di specificazione.
・Funzione di suffisso delle desinenze: i caratteri hiragana assumono il valore di desinenza degli aggettivi e dei verbi, “aggettivizzando” o “verbalizzando” i Kanji ed indicandone anche il tempo verbale. L’Hiragana utilizzato in questa modalità viene detto okurigana (送り仮名)
青い空 = Cielo blu
行きます / 行きました= Andare / Andato
・Lettura dei Kanji: i Kanji, al contrario dell’hiragana, hanno valore unicamente semantico e di conseguenza non suggeriscono quasi nulla sulla loro pronuncia. Per questo nei testi per bambini in Giappone, così come anche in molti manga, i Kanji vengono spesso riportati con la lettura, o pronuncia, in hiragana scritta sopra o a fianco. Quando l’hiragana viene utilizzato per rappresentare la lettura di un Kanji viene detto Furigana (振り仮名).

Come studiare il sillabario hiragana?
Nonostante possa sembrare una grande mole di informazioni da memorizzare, per imparare il sillabario hiragana basta solo un po’ di tempo e di applicazione.
Il metodo migliore, secondo noi, è quello di studiare i caratteri in blocchi, suddividendoli per consonanti: partendo dai suoni di base あ・い・う・え・お, per poi passare alle sillabe formate con la consonante K, quindi か・き・く・け・こ, e così via. Puoi lasciare per ultimi i suoni contratti, probabilmente più ostici da ricordare e relativamente meno comuni.
Metti su le cuffie con la tua musica preferita e comincia a scrivere e riscrivere i caratteri hiragana finché, prima di quanto tu possa aspettarti, li avrai memorizzati tutti e potrai cominciare a muovere i primi passi nella lettura della lingua giapponese!